Come disse Eugène Murer, Alfred Sisley possedeva “l’anima e il pennello di un poeta”. Durante il corso della sua vita egli volse la sua sensibilità e la sua arte a una celebrazione partecipata della natura. Con una pittura dai colori chiari e luminosi, applicati con pennellate brevi e delicate tese a catturare gli effetti della luce e dell’atmosfera sui paesaggi ariosi dell’Île de France, Sisley espresse l’essenza più pura del movimento impressionista, ai cui principi originari rimase fedele per tutta la vita. Questa mostra, la prima dedicata al pittore nel nostro paese, organizzata in collaborazione da Ferrara Arte, dal Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid e dal Musée des Beaux-Arts di Lione, dove si trasferirà dopo il debutto al Palazzo dei Diamanti, è suddivisa in sette sezioni cronologico-tematiche che scandiscono l’evoluzione della sua arte, tutta dedicata al paesaggio. La rassegna e il catalogo che l’accompagna mirano a far luce sulle fonti della sua ispirazione: ricostruendo la storia dei rapporti di Sisley con gli altri impressionisti; indagando sulle relazioni della sua arte con la tradizione paesaggistica francese, da Corot alla Scuola di Barbizon; ma anche approfondendo, in maniera nuova, il legame della sua pittura con la tradizione del paesaggio inglese, e in particolar modo con Constable, maestro al quale Sisley, che era di origini inglesi, risulta particolarmente vicino. Un’attenzione inedita è inoltre riservata alla produzione degli ultimi due decenni della carriera dell’artista.
La prima sezione della rassegna è dedicata alle opere degli anni Sessanta, quando Sisley, compie i primi passi nella definizione di uno stile personale. Le tele di questo periodo raffigurano perlopiù i dintorni di Parigi, e la Foresta di Fontainebleau, dove l’artista, in compagnia di Monet, Renoir e Bazille, compie numerose spedizioni per dipingere dal vero quel paesaggio dagli alberi secolari che già aveva ispirato gli artisti francesi delle generazioni precedenti.
Questi dipinti mostrano un fare sicuro e una tecnica solida: Sisley ha assimilato la lezione dei suoi predecessori ed è pronto a sviluppare una pittura originale che vedrà la luce nel decennio successivo.
Ritenute vere e proprie icone dell’impressionismo, le opere della seconda sezione della mostra, degli anni 1870-1874, raffigurano i villaggi raggruppati attorno alla grande curva della Senna a ovest di Parigi, dove gli impressionisti, attratti dalla convivenza di tradizione rurale e modernità, avevano formato una colonia. In queste tele emerge la poesia semplice della vita di periferia che l’artista coglie meglio di ogni altro: dipingendo un giardino di Louveciennes silenzioso sotto la neve o una strada di Argenteuil che si addentra nel cuore animato della cittadina; raffigurando lo scenario della Senna a Bougival dai caldi cromatismi autunnali, o i campi ridenti di sole della campagna circostante ricoperta da un manto di neve.
La terza sezione, dedicata alle opere del 1874-1876, inizia con le tele dipinte da Sisley durante un viaggio in Inghilterra, ad Hampton Court, sul Tamigi, dove nascono nuovi capolavori dai colori vivaci, ricchi di verve e immediatezza.Tornato dall’Inghilterra, si stabilisce a Marly-le-Roi: il paese e la campagna offrono al pittore un’ampia quantità di motivi, che egli dipinge in tutte le condizioni climatiche. In questi anni Sisley raggiunge una raffinatezza straordinaria nell’applicazione della poetica e della tecnica impressionista. Sono testimonianza di ciò uno splendido gruppo di vedute di Port-Marly inondata dalla Senna risalenti al 1872 e al 1876, in cui l’artista si confronta con le innumerevoli possibilità pittoriche offerte dagli effetti della luce sull’acqua e sul cielo, dando prova inoltre del suo innato senso della composizione e della sua straordinaria sensibilità cromatica.
Nel 1877 l’artista lascia Marly-le-Roi per stabilirsi a Sevres dove rimarrà fino al 1880. Le opere di questo periodo, a cui è dedicata la quarta sezione della mostra, sono contraddistinte da un’audace sperimentazione tecnica: la pennellata si fa più fluida e meno serrata, mentre la composizione perde il rigore della produzione precedente e diventa più suggestiva e aperta. A Sevres si inaugura una nuova stagione dell’arte di Sisley che giungerà a compimento nei due decenni successivi.
Pressato dai problemi finanziari, nel 1880 è costretto a cambiare ancora dimora e a trasferirsi a Veneux-Nadon, lontano da Parigi, nella valle del fiume Loing, dove resta fino al 1889. I dipinti realizzati nel corso del decennio, che costituiscono la quinta sezione della mostra, documentano la risposta di Sisley alla crisi dell’impressionismo. In questo periodo, mentre gli altri esponenti del gruppo esplorano nuovi territori, egli continua a scommettere sulla pittura en plein air, su quel rapporto diretto, intimo e profondo con la natura da cui scaturiscono i suoi paesaggi. Ma pur rimanendo fedele alle intenzioni originarie del movimento, la sua opera è ben lungi dal restare immutata. Lo stile diventa più ritmico, la tavolozza più intensa e ogni tocco di pennello trasmette la risposta emozionale dell’artista ora al cospetto di un mattino scintillante di luci all’inizio della primavera, con la sua aria tersa ma ancora un po’ pungente, ora dell’estate con i suoi colori maturi e violenti e la sua vegetazione rigogliosa,ora di una giornata autunnale sulle rive della Senna, con gli alberi ormai spogli dipinti con una tavolozza dai colori caldi e forti cui fa da contrappunto un insieme vaporoso e quasi indistinto di acqua e di cielo.
Nel 1889 Sisley lascia Veneux-Nadon per andare ad abitare nella vicina Moret-sur-Loing, dove rimane fino alla morte. Alle vedute della cittadina medievale e della campagna che la circonda è dedicata la sesta sezione della mostra.Qui, non lontano dalla Foresta di Fontainebleau, dove Sisley aveva trascorso i giorni felici della sua giovinezza, l’artista sembra trovare un nuovo “equilibrio estetico” che gli permette di creare un’insieme di opere che sono espressione di “un’arte felice e perfetta, semplice e poetica. ” Di questo stesso periodo è anche la splendida serie di tele raffiguranti la possente chiesa gotica di Notre Dame in cui Sisley rappresenta lo stesso soggetto da differenti angolazioni e condizioni di luce e di atmosfera, creando un quadro sempre diverso ricco di nuova suggestione.
La rassegna si chiude con l’ultima sezione, alta e innovativa produzione dell’artista, realizzata nel 1896-1897. In questi due anni, nonostante le difficoltà economiche e la malattia che affliggono il pittore, la sua arte giunge ad un estremo mutamento stilistico. Nelle tele dipinte a Moret, Sisley raffigura quasi esclusivamente il Canale del fiume Loing, il fiume stesso e la campagna circostante; ciò che lo interessa è sperimentare le nuove possibilità compositive offerte dal soggetto, con le file di alberi che, seguendo il corso dolce del fiume, dividono le grandi superfici luminose di acqua e cielo. La quasi monocromia di questi quadri, basati su pochi toni, chiari e sfumati, torna in quelli dipinti sulle coste del Galles, dove l’artista si reca nel 1897. Qui egli si cimenta con un soggetto del tutto nuovo, dipingendo una serie di marine che mostrano la costa deserta e ventosa e il mare agitato: opere forti e toccanti in cui Sisley, alla fine della carriera, si mostra ancora capace di commuoversi e di commuovere raggiungendo un’altra vetta della propria arte.
Mostra a cura di
MaryAnne Stevens e Ann Dumas
Organizzata da
Ferrara Arte S.p.A, Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid e Musée des Beaux-Arts, Lione
Ente promotore
Comune di Ferrara
Tappe successive
Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza, 6 giugno – 15 settembre 2002
Lione, Musée des Beaux-Arts, 9 ottobre 2002 – 6 gennaio 2003