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Turner e l'Italia

Ferrara, Palazzo dei Diamanti

16 novembre 2008 - 22 febbraio 2009

LA MOSTRA

Joseph Mallord William Turner (1775-1851) è il più grande pittore romantico. La sua arte, nata dall’emozione provata davanti allo spettacolo della natura, è la restituzione di «qualche cosa di inafferrabile», la creazione di uno spazio del tutto nuovo e moderno, intriso di luce e di colore, nel quale si dissolve la prospettiva. 

L’Italia ha avuto un ruolo fondamentale nella formazione della sua poetica. Fin dalla giovinezza e poi durante tutta la sua vita egli fu affascinato dal nostro paese e dalla sua tradizione artistica. Ancor prima di recarvisi in viaggio, quando era allievo di Thomas Monro a Londra, già studiava le opere di soggetto italiano dei maestri antichi e moderni. In seguito, durante i suoi soggiorni in Italia, realizzò acquerelli e disegni dal vero che utilizzò poi come studi preparatori per molte delle sue più belle e celebri creazioni. 

Ferrara Arte, in collaborazione con la National Gallery of Scotland di Edimburgo, organizza una mostra che affronta, per la prima volta in maniera esaustiva, questo nodo cruciale nella produzione del grande artista inglese, analizzandone tutti gli aspetti e ricostruendo i viaggi e gli spostamenti del maestro nella nostra penisola. Con un’ampia selezione di opere – olii, acquerelli, disegni, incisioni e taccuini provenienti da musei e collezioni di tutto il mondo – la rassegna ripercorre l’intero arco della produzione di Turner, dai quadri giovanili fino agli straordinari capolavori dell’ultimo periodo. 

Ad accogliere il visitatore sono olii e acquerelli che ritraggono “sublimi” scenari montuosi della Gran Bretagna e fresche vedute di paesaggi italiani. Queste opere, dipinte dal giovane artista prima di recarsi in Italia, mostrano come egli fosse attento a cogliere la lezione dei maestri del passato e, al tempo stesso, guardasse la più moderna pittura di paesaggio inglese contemporanea, in particolare Robert Cozens e Richard Wilson. 

Il percorso prosegue con una serie di quadri e opere su carta in cui Turner trascrive magistralmente le emozioni provate lungo il cammino che nel 1802, attraverso la Francia prima e le Alpi poi, lo portò per la prima volta in Italia. 

Una volta tornato in patria, è lo studio delle opere dei grandi maestri conservate a Londra a permettere all’artista di mantenere vivo il ricordo delle vedute italiane. I paesaggi classici, in particolare quelli di Claude Lorrain, attraggono la sua attenzione e gli ispirano un gruppo di dipinti caratterizzati da una calda e morbida luminosità. 

Nel 1819 Turner visita l’Italia per la seconda volta e soggiorna a Venezia, Roma e Napoli. Questo secondo e più approfondito incontro con il nostro paese segna fortemente la sua immaginazione e imprime una svolta decisiva al suo stile. Nascono gli splendidi acquerelli che raccontano la traversata delle Alpi e gli album di schizzi dove l’artista ha annotato paesaggi, edifici e figure di viaggiatori. Dall’esperienza di questo viaggio scaturiscono anche alcuni maestosi olii di grande formato realizzati dopo aver fatto ritorno in Inghilterra: sono spettacolari vedute di Roma ricolme dell’emozione provata dall’artista di fronte alle bellezze della città eterna. 

Negli anni Venti Turner si dedica soprattutto al paesaggio inglese ma, anche in questo caso, le opere cui dà vita sono profondamente intrise delle atmosfere respirate in Italia. L’artista attinge spesso ai ricordi e agli schizzi eseguiti durante l’ultimo viaggio per comporre in atelier i suoi dipinti e per realizzare gli acquerelli destinati all’edizione del pregiato volume di Rogers, Italy. Turner si reca nuovamente in Italia nel 1828-29. Soggiorna soprattutto a Roma dove espone alcuni importanti quadri e acquista, per il suo mecenate Lords Egremont, una scultura antica. È un periodo fecondo per l’artista che realizza alcune delle più ambiziose opere della sua maturità: grandi e scenografiche vedute realizzate in punta di pennello, ma anche originali olii in cui l’artista libera la sua mano dando vita a composizioni dai tratti pittorici quasi “astratti”, veri e propri studi sulla luce e sul colore che preannunciano i futuri sviluppi della sua maniera. 

La mostra si chiude con due spettacolari sezioni dedicate ai capolavori realizzati a Venezia e alla svolta radicale degli ultimi anni durante i quali raggiunge esiti di una modernità sorprendente.

Turner visita la città lagunare in tre occasioni e l’impatto che l’arte, l’architettura e soprattutto la luce di questa città hanno su di lui, plasma in maniera decisiva l’ultima fase della sua pittura. Venezia ispira alcuni dei suoi più straordinari dipinti e acquerelli, vedute della laguna in cui i confini tra acqua, aria e terra si annullano e il paesaggio è dissolto in liriche sinfonie di luce e colore.  

L’esperienza veneziana segna nell’arte di Turner un punto di non ritorno. Dell’aspetto narrativo rimane traccia quasi esclusivamente nei titoli delle opere che spesso richiamano ancora i soggetti italiani. Nel dar vita ai paesaggi degli ultimi anni, più che al mondo sensibile l’artista sembra ora rivolgere il proprio sguardo all’universo interiore, un territorio immateriale che non conosce limiti. In queste opere meravigliose e commoventi che concludono il percorso di mostra «l’immagine si isola o si diffonde in un cosmo di profondità sconfinata, non misurabile».

Mostra a cura di

James Hamilton

Organizzata da 
Ferrara Arte e National Gallery of Scotland di Edimburgo, in collaborazione con lo Szépművészeti Múzeum, Budapest

Enti promotori

Comune di Ferrara

Provincia di Ferrara

Con il sostegno di

Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara e Cassa di Risparmio di Ferrara

 

Numero visitatori: 93.949

Elenco opere

Comunicato stampa

Palazzo dei Diamanti

/ Turner e l’Italia

Catalogo

Turner e l'Italia